Tutti i giorni il Gestore di un impianto natatorio sa che i primi controlli da fare sono quelli legati alla qualità dell’acqua.

In primis vede se l’acqua è trasparente, in secundis si reca in sala motori, per eseguire le operazioni di controlavaggio, gli eventuali rabbocchi di prodotto chimico e il controllo dei parametri della Tabella A.

Tutte queste operazioni vengono eseguite quotidianamente per garantire all’utente, non solo una bella nuotata, ma anche una qualità dell’acqua di piscina priva di agenti microbici.

Le vie di esposizione a questi agenti sono l’ingestione dell’acqua, l’inalazione di aerosol e il contatto e assorbimento attraverso la cute e le mucose, che sono direttamente proporzionali al tempo passato in acqua, alla qualità dell’acqua e alla sua temperatura.

Ma questo è l’unico vero rischio biologico presente in un impianto?

Spesso chi gestisce un impianto non ricorda che essendo un luogo di lavoro è sottoposto al Decreto Legislativo 81/08 (Sicurezza sul lavoro), che viene attuato in qualsiasi luogo in cui è presente un rapporto di lavoro. Una qualsiasi tipologia di rapporto, dipendente, collaboratore, libero professionista ecc..

Ma tra i tanti rischi e obblighi elencati in questa legge, ne compaiono alcuni ben specifici.

E quali sono?

  • Legionella, con l’obbligo della redazione del documento di valutazione del rischio e delle sue campionature periodiche;
  • La Sanificazione degli elementi deputati al trattamento aria;

Analizziamoli e capiamo cosa dobbiamo fare.

Partiamo dall’ultimo punto, la sanificazione degli elementi deputati al trattamento aria.

Questo obbligo viene elencato nel DL 81/2008 Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro del 10 aprile 2008 (pubblicato Sul Supplemento Ordinario n. 108 alla Gazzetta Ufficiale del 30 aprile 2008, n. 101, è stato pubblicato il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81) dove all’Allegato IV – Requisiti dei luoghi di lavoro al punto 1.9 Microclima sottopunto 1.9.1. Aerazione dei luoghi di lavoro recita con riferimento agli impianti aeraulici viene espressamente citato:

1.9.1.4. Gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori.”

1.9.1.5. Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata deve essere eliminato rapidamente.”

 Ma perché è importante questo punto? Perché si è sentito il bisogno di emanare un decreto legislativo proprio su queste parti?

La risposta è la qualità dell’aria indoor. Questo elemento spesso non viene preso nella giusta considerazione e ci si limita alla prevenzione base, cioè quella della pulizia dei filtri dei climatizzatori o delle UTA.

Qui subentra il problema, dove spesso pulito, o trasparente viene scambiato per sano e privo di agenti patogeni.

Occorre pertanto definire due parole che hanno un significato ben diverso, PULIRE E SANIFICARE.

Quando eseguiamo le operazioni di rimozione dello sporgo grossolano stiamo eseguendo una pulizia, ma quando usiamo un prodotto che ha la finalità di abbattere la carica batterica parliamo di sanificazione.

Filtro UTA nuovo

 

Filtro UTA esausto

In un impianto Indoor spesso vengono utilizzate UTA (unità di trattamento aria) dove troviamo filtri di mandata, filtri di ripresa per il recupero, a volte anche filtri a tasca, che periodicamente devono essere sostituiti. La sostituzione di questo elemento porta molteplici benefici sia sull’UTA, funzionando in maniera corretta e non essendo sotto sforzo non aumenta il consumo di energia, non ha un regime di lavoro forzato, e ha il corretto ricambio di aria per cui è stata dimensionata. Ma cosa molto importante, permette di abbattere il particolato, i batteri e i restanti agenti inquinanti presenti nell’aria dell’impianto natatorio.

Spesso questi elementi vengono lavati con l’acqua del rubinetto più vicino, di solito in sala motori, o con il tubo dell’acqua vicino al muro, non pensando al possibile rischio di contaminazione dovuto ad un’acqua contaminata, magari proprio da legionella. Se lavassi un filtro con un’acqua contaminata, andrei a contaminare l’intero settore filtrante, compresi i canali di mandata o di ripresa, aggravando la situazione. Spesso la semplice sostituzione rimane la scelta più semplice e meno pericolosa.

Ma l’UTA non è fatta di solo filtri, ma abbiamo anche i canali di mandata e ripresa, le batterie di scambio e la macchina.

Per eseguire correttamente queste operazioni è necessario procedere alla rimozione dello sporco dentro l’UTA e alla sanificazione di tutte queste componentistiche, abbassando il più possibile il rischio di esposizione ad agenti patogeni.

Dott. Andrea Miano
Biotecnologo
Legionella Risk Manager
Responsabile della Sicurezza Prevenzione e protezione
Docente di Sicurezza sul Lavoro