Per usufruire delle agevolazioni fiscali riguardanti la casa, di qualunque tipologia di agevolazione si tratti, è necessario che la casa non rientri nelle tipologie cosiddette “di lusso”. Le abitazioni si definiscono di lusso quando appartengono ad una delle seguenti categorie catastali:

  • cat. A/1 – abitazioni di tipo signorile
  • cat. A/8 – abitazioni in ville
  • cat. A/9 – castelli e palazzi di eminenti pregi artistici e storici

Le abitazioni che appartengono a categorie catastali diverse da quelle sopra menzionate (ad esempio A2 o A7) non sono case di lusso.

Fino a qui le cose sono semplici.
Ma in quali casi le abitazioni possono cambiare categoria? E, soprattutto, la costruzione di una piscina in una casa non di lusso può far cambiare la categoria e farla diventare di lusso? La risposta a questa domanda non è del tutto semplice, perché sono cambiati i riferimenti legislativi e le cose si sono fatte più confuse, a partire dal 2014.

Prima del 2014 si prendeva in considerazione solo il decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 2 agosto 1969, che all’art.6 elencava una serie di situazioni da tenere in considerazione per stabilire se un immobile appartenesse o meno alla categoria delle case di lusso. Nell’elenco compariva anche la piscina, che, insieme ad altre caratteristiche, modificava la categoria catastale quando la superficie era superiore agli 80 mq.

L’art. 33 del dlgs 175/2014 ha modificato i criteri per individuare le case di abitazione per le quali è possibile usufruire dell’agevolazione “prima casa” ai fini dell’imposta sul valore aggiunto e dell’imposta di registro. In questo articolo si legge:

1. Al n. 21 della Tabella A, Parte II, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, le parole: «non di lusso secondo i criteri di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 agosto 1969, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 218 del 27 agosto 1969» sono sostituite dalle seguenti: «ad eccezione di quelle di categoria catastale A1, A8 e A9».

In pratica, la classificazione delle case di lusso contenuta nel DM 2 agosto 1969 secondo i criteri elencati nel decreto non va più presa in considerazione, ma si tiene conto solo delle categorie catastali. E quindi? Chi stabilisce se la mia casa di categoria A2 diventa di lusso oppure no dopo la costruzione della piscina.?

Facciamo una premessa: dopo la costruzione della piscina va sempre fatto un aggiornamento catastale da parte di un tecnico abilitato, che deve inserire i nuovi dati in un apposito software, denominato DOCFA, dell’Agenzia del territorio, che è collegata all’Agenzia delle Entrate.

Mediante questa operazione il tecnico propone una categoria catastale, che può rimanere la stessa oppure cambiare, e l’Agenzia ha un anno di tempo per opporsi ed imporre, eventualmente, la categoria che ritiene corretta.

La domanda, però, resta: come faccio a sapere, prima di costruire la mia piscina, se la casa cambierà la categoria catastale?

La risposta onesta è: non si può sapere con certezza, perché è comunque possibile, entro un anno dal nuovo accatastamento, che l’Agenzia non approvi la scelta e imponga una categoria catastale di lusso. Va anche detto, però, che abitazioni in zone periferiche non di lusso, in contesti non di pregio, non cambieranno la categoria di appartenenza solo per la realizzazione della piscina, mentre questo potrebbe accadere per abitazioni che già appartengono alla categoria A7 e si trovano in zone residenziali dove sono presenti altre case di lusso.

Se avete qualche dubbio, il consiglio è quello di chiedere al vostro tecnico di riferimento di valutare anche questo aspetto, verificando il piano di governo del territorio del Comune dove è inserita l’abitazione.

Se volete approfondire:
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2014/11/28/14G00190/sg%20 (art.33)
http://www.sicet.it/archivio-web/pages/urbanistica/leggi_urb/DM_1072-69.html